giovedì 21 novembre 2013

La Strada. Tra Zampanò e Mad Max

La Strada è sicuramente uno dei film di Fellini da me più amati .
Dopo averlo rivisto su grande schermo qualche sera fa non ho potuto fare a meno di notare l'enorme portata estetica più o meno esplicita e consapevole esercitata in altri orizzonti cinematografici e culturali.
Gelsomina è la ragazza con la mente di una bambina e dallo sguardo eternamente sorpreso di fronte al mondo. Una figura consolatoria di innocenza incrollabile nonostante l'orrore di un mondo ruvido e spesso crudele.
In un imprecisato momento del dopoguerra Gelsomina viene venduta dalla madre vedova all'artista di strada Zampanò , uomo rude , violento e apparente privo di coordinate morali.
Tra feste di piazza e piccoli circhi ambulanti i due attraversano una Italia devastata e rasa al suolo dove è la miseria a dominare .
Addosso a strade fangose i nuovi palazzoni delle periferie popolari si ergono come monumento al futuro .
Le campagne abbandonate al degrado ospitano figure tristi e abbattute dalla fatica di vivere .
Una immagine del passato che si avvita in una proiezione distopica di un futuro qualsiasi.
Una specie di passato post apocalittico dove emergono oasi di umanità nel piatto di minestra allo sconosciuto e all'ospitalità per i poveri viandanti.
In tutto questo la figura di Zampanò per uno strano meccanismo di corrispondenze non può non ricordarmi Mad Max.

Una viandante , un duro alla guida di una moto sferragliante di pentolacce e catene del proprio carro. Una bandana a coprire il volto. Stracci , vestiti sporchi e laceri. Uno sguardo crudele e alcolico.
La fame a spingere una carretta piena di sogni per Gelsomina e vecchi incubi per Zampanò in un deserto di cemento e terra bagnata .
L'estetica apocalittica e violenta delle borchie e della pelle dei vestiti di scena di Zampanò , quasi crust se parlassimo di punk , è la stessa che si incontra nelle strade battute dalle gang del violento Mad Max di Interceptor , che a sua volta sono le stesse gang del Giapponese Ken il guerriero.
Le strade di un futuro desertico dove la legge è quella degli individui perduti nella lotta per la sopravvivenza. La stessa sopravvivenza che vede impegnati i protagonisti e figuranti della commedia umana de La Strada che è poi quella di una Italia Pasoliniana fatta di bellezze individuali immerse nel degrado.
Dopotutto sempre di strade si parla e le strade delle corrispondenze  nel cinema collegano mondi e piani temporali diversi senza che mai veramente si tocchino se non nella mente di "chi guarda".